Il militante senza qualità

New York City, di Giger

Gigi Roggiero

“È un concetto vano quello di compiere il proprio dovere nel posto che ci è assegnato; si sciupano forze enormi per nulla; il vero dovere è scegliere il proprio posto e piegare consapevolmente le circostanze”. (R. Musil, L’uomo senza qualità)

0. Riprendiamo la corretta scansione temporale proposta da Lanfranco Caminiti e Chiara Scaletta. Il loro ragionamento comincia tra Seattle 1999 e Genova 2001, eventi simbolici e periodizzanti del movimento no global. Lì si chiude, per un piccolo ma significativo noi, un ciclo: quello dei centri sociali. Diremmo di più: il ciclo del “Movimento”, inteso come spazio di organizzazione politica che ha le proprie radici nell’anomalia forte del lungo Sessantotto italiano. Tra il “Movimento” rappresentato negli anni Novanta dai centri sociali e il movimento no global c’è un salto non solo spaziale, ma di soggettività e forma di azione organizzativa. La geografia dei gruppi di “Movimento”, nel bene e nel male ereditata dagli anni Settanta, si esaurisce a fronte dell’emergere di un nuovo spazio di mobilitazione.

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La Macchina per Dormire

Di Alessandro Visalli. Fonte: Tempo Fertile.

Andrew McAfee, Erik Brynjolfsson, “La macchina e la folla. Come dominare il nostro futuro digitale”

Il libro di McAfee e Brynjolfsson​[1] è stato pubblicato nel 2017 e segue di tre anni il best seller di cui abbiamo già parlato​[2], “La nuova rivoluzione delle macchine”​[3]. Ne è in qualche modo un aggiornamento. Se il testo del 2014 impostava il suo discorso sulla base di una sorta di determinismo tecnologico (le tendenze economiche e sociali, per esse l’ineguaglianza di cui in quegli anni si parla molto​[4], sarebbero determinate dall’evoluzione tecnologica, anziché, ad esempio, dalla stagnazione secolare derivante da deficit di domanda e dinamiche demografiche​[5], o da dinamiche del sovraindebitamento​[6]), in questo segue implicitamente la stessa strada e ne esplora le conseguenze più recenti. In modo ancora più pronunciato, in questo testo gli autori prendono posizione per l’esaltazione, sopra ogni rischio tecnologico di disintermediazione del lavoro e della mente umana, della “genialità del libero mercato” e per la sua capacità di “inventare” soluzioni ai problemi che esso stesso crea.

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Scatoloni di Polvere

Di Bruno Lamas. Fonte: Obeco Online. Titolo originale: A “esplosão da cidade” e a trajectoria do capitalismo. Traduzione di Enrico Sanna.

Il “boom della città” e la via del capitalismo

Presentazione: Questa è la trascrizione di una relazione presentata a Lisbona il tre ottobre 2013 all’interno della conferenza “Il ‘boom della città’ e la via del capitalismo” nel contesto del seminario “Pensiero critico contemporaneo e città”, organizzato dalla Unipop e dalla rivista Imprópria nell’ambito della Triennale di Architettura di Lisbona del 2013.

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Processo all’Europa

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Tracking Extinction

Zauberer, il mago. I figli di Thomas Mann così soprannominavano il padre, che gioiva di quel nomignolo come fosse una attestazione delle sue buone qualità di padre, lui, che in cuor suo aveva sempre dubitato di poter soffocare le proprie inclinazioni artistiche e omosessuali in una tenerezza esclusiva per la famiglia e i bambini. Un paio d’anni fa, è uscito in Germania Zeit der Zauberer, il tempo degli stregoni, di Wolfram Eilenberger, un brillante storico della filosofia di Friburgo. Il periodo magico è il decennio d’oro della Repubblica di Weimar (1920-1930), in cui quattro “stregoni” rivoluzionarono, incendiarono e riscrissero il pensiero occidentale. Erano Martin Heidegger, Ernst Cassirer, Ludwig Wittgenstein e Walter Benjamin. Stregoni, perché, ognuno a modo suo, s’intestardì nell’elaborare una eccentrica alchimia di ontologia, logica, poesia ed esistenzialismo, giungendo sull’orlo di un abisso di coscienza sulla natura dell’uomo che ha del soprannaturale. Gli Zauberer non stati eccezioni nella storia europea, anzi. E la Germania ha dato i natali a parecchi di loro. Avevo quattordici anni quando lessi il capolavoro di Thomas Mann, i Buddenbrook, durante le vacanze di Natale, in quarta ginnasio. Fu Mann a farmi capire cosa è l’Europa. Eppure, mi dice Christoph, un giovane bibliotecario della Buchhandlung Jacob in Hefnerplatz, a Norimberga, Thomas Mann in Germania è ormai un autore per pochissimi intenditori, accademici o nostalgici, innamorati della bella lingua tedesca di una volta, ad ampie volute sintattiche. Ai giovani non interessa, e se la gente per bene, con un solido stipendio e una carriera, lo nomina ancora è solo per il gusto diffuso di ostentare apprezzamento per gli autori più prestigiosi. Una farsa, molto snob, che incute soggezione e mira quindi a un effetto scenico tanto futile quanto vanesio. Ai tedeschi piace far finta di essere colti, anche se poi sbadigliano sulle pagine concettose di scrittori e poeti troppo ispirati per il freddo pragmatismo del XXI secolo.

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Fine della Storia?

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Di Bollettino Culturale, 8 luglio 2020.

Risposta all’Istituto Liberale sul pensiero di Hayek

Hayek assume una versione forte della razionalità che possiamo dividere in tre affermazioni: (1) agire razionalmente significa farlo cercando di massimizzare il raggiungimento dei nostri obiettivi, (2) gli agenti economici nel mercato agiscono razionalmente, quindi (3) comportarsi irrazionalmente è violare le regole del mercato.

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Il Diritto Universale al Respiro

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Achille Mbembe

Se il Covid-19 è l’espressione spettacolare dell’impasse planetaria nella quale si trova l’umanità allora ci toccherà ricostituire una Terra abitabile perché offra a tutti la possibilità di una vita respirabile, né più né meno. Saremo capaci di riscoprire la nostra appartenenza a una medesima specie e il nostro indivisibile legame con l’insieme del vivente? Questa è forse la domanda giusta, la domanda che va posta, l’ultima, prima che la porta si chiuda una volta per tutte.

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