Isis: il Gran Ballo in Maschera della Modernità Globale

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Di Giovanni Iozzoli. Pubblicato in origine su Carmilla on line l’undici luglio 2017.

Mentre sta tramontando, tra le rovine di Mosul e Raqqa, la dimensione geografica e “statuale” del Califfato, è bene continuare ad indagare il senso e la traiettoria storica di questa presenza – che perdurerà ancora lungo, in forme mobili e deterritorializzate, a cavallo di almeno due continenti.

Da alcuni anni è aperto il dibattito sul rapporto complesso e ambivalente tra il fenomeno Isis e la modernità. Ci si è chiesto spesso: la comparsa del Califfato è l’ultimo culminante episodio dell’impatto critico e autodistruttivo del mondo islamico con le categorie del moderno, o piuttosto è il segnale di una insospettabile capacità di adattamento, alla modernità stessa? Certo bisognerebbe perimetrare due concetti inafferrabili e mutevoli: l’Islam (che come categoria astratta e meta-storica non esiste) e la Modernità (che è un cantiere concettuale sempre aperto e in perenne evoluzione). Ma l’argomento è affascinante e vale la pena entrarci, in una modalità che allarghi il discorso specialistico solitamente riservato agli storici, agli islamologi, agli antropologi.

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Quanto È Islamico lo Stato Islamico?

Si dice che una lettura violenta del Corano sia alla base della violenza politica dello Stato Islamico. Ma non è così.

[Di Mehdi Hasan. Estratto parziale di un articolo pubblicato su newstatesman.com con il titolo Mehdi Hasan: How Islamic is Islamic State? Traduzione di Enrico Sanna.]

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Il Teologo

L’impresa forse più incredibile da parte dell’Isis non è la dimensione del territorio conquistato, ma il modo in cui è riuscito a compattare gli 1,6 miliardi diversi, e spesso divisi, musulmani contro di esso.

Che siano sciiti, sunniti, salafiti o sufiti, conservatori o progressisti, tutti i musulmani, in concerto con i loro leader, hanno condannato e denunciato pressocché all’unanimità l’Isis, e non solo perché non è islamico, ma anche perché è attivamente antiislamico.

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Libertà e Stato Minimo nel Tao te Ching

[Di Luke Hankins. Originale pubblicato su The Freeman il 22 aprile 2014 con il titolo Liberty and Small Government in Tao te Ching. Traduzione di Enrico Sanna.]

Lao Tzu

“Quando il padrone governa,” scrive Lao Tzu, “il popolo quasi non si accorge della sua esistenza.” Questo passo, come molti altri dell’antico poema sulla saggezza cinese Tao te Ching, esprime il punto di vista paradossale secondo cui la passività rappresenta il potere politico più efficace:

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Lettera di Don Milani ai Giudici

A febbraio 1965, i cappellani militari si riunirono a Firenze, dove approvarono un documento che condannava l’obiezione di coscienza. Don Lorenzo Milani rispose con una lettera aperta ai cappellani in cui affermava, in contrasto con questi, il diritto all’obiezione di coscienza. In seguito a questa lettera, fu processato per apologia di reato. Non potendo partecipare al processo per ragioni di salute, don Milani mandò una lettera aperta ai giudici. Ieri ho pubblicato il comunicato dei cappellani e la risposta di don Milani. Oggi pubblico la lettera ai giudici. ~ Enrico Sanna

Barbiana 18 ottobre 1965

Signori Giudici,

vi metto qui per scritto quello che avrei detto volentieri in aula. Non sarà infatti facile ch’io possa venire a Roma perché sono da tempo malato.

Allego un certificato medico e vi prego di procedere in mia assenza.

La malattia è l’unico motivo per cui non vengo. Ci tengo a precisarlo perché dai tempi di Porta Pia i preti italiani sono sospettati di avere poco rispetto per lo Stato. E questa è proprio l’accusa che mi si fa in questo processo.

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I Cappellani Militari e l’Obiezione di Coscienza

A febbraio 1965, i cappellani militari si riunirono a Firenze, dove approvarono un documento che condannava l’obiezione di coscienza. Don Lorenzo Milani rispose con una lettera aperta ai cappellani in cui affermava, in contrasto con questi, il diritto all’obiezione di coscienza. In seguito a questa lettera, fu processato per apologia di reato. Non potendo partecipare al processo per ragioni di salute, don Milani mandò una lettera aperta ai giudici. Oggi pubblico il comunicato dei cappellani e la risposta di don Milani. Domani, la lettera ai giudici. ~ Enrico Sanna

Il Comunicato dei Cappellani Militari

Nell’anniversario della Conciliazione tra la Chiesa e lo Stato italiano, si sono riuniti ieri, presso l’Istituto della Sacra Famiglia in via Lorenzo il Magnifico, i cappellani militari in congedo della Toscana.

Al termine dei lavori, su proposta del presidente della sezione don Alberto Cambi, è stato votato il seguente ordine del giorno:

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