Di Jones Manoel. Originale pubblicato il 13 gennaio 2020 su Blog da Boitempo con il titolo A economia política do extermínio: Paraisópolis e a próxima “tragédia”… Traduzione di Enrico Sanna.
Economia politica dello sterminio: Paraisópolis e la prossima “tragedia”…
Ho una foto di quando ero in seconda elementare. Eravamo dieci alunni che studiavamo grazie ai fondi della chiesa cattolica San Francisco de Assis nella favela di Borborema, a Recife. Dei dieci bambini della foto, solo due sono ancora vivi. Io e un altro. Io sono stato l’unico ad arrivare alle superiori. Gli altri otto sono morti. Tutti di morte violenta, spari o coltellate. Di sei di loro ho visto i corpi distesi sulla strada, in attesa del carro funebre. In Brasile, tra le favelas e le colline è diffusa una strana curiosità morbosa che spinge a stare lì a guardare il corpo finché non viene raccolto. Mia madre aveva, ovviamente nella migliore delle intenzioni, una pedagogia un po’ macabra (usanza comune a diverse madri): portava i figli a vedere il cadavere per mostrare loro la fine che fa chi “conduce una vita sbagliata” e dissuaderli dalla “tentazione del crimine”.